IL MAGO ILLUSIONISTA DI TORINO RACCONTA : QUANDO LA MAGIA E’ SILENZIO IN KENYA DIVENTA MUKIRI.
Come avevo previsto, nell’organizzare questo viaggio alla scoperta del Kenya e dopo aver dedicato i primi 6 giorni alla scoperta di alcuni dei più bei parchi nazionali alla ricerca di quelle emozioni legate alla natura, agli animali (ricordando purtroppo che molti sono in via d’estinzione per colpa della stupidità dell’uomo) ai paesaggi, il viaggio cambia di prospettiva e riparto da Nairobi unendomi ad un Tour organizzato dalla Missione della Consolata di Torino (VEDI LINK)
Il mago illusionista di Torino va alla scoperta di altre sfumature di questo bellissimo paese, sfumature legate purtroppo ad una linea di demarcazione che apre altre ferite dell’animo ma che crea un sottile filo di speranza.
Tutto inizia a Torino con un incontro con Padre Adolfo De Col, padre Missionario della Consolata che opera da più di 40 anni in Kenya e che negli ultimi 24 anni ha organizzato diversi Tour che sono: “…ben lontani dal tipici Safari, ma sono invece dei viaggi alla scoperta della vita, delle etnie, delle culture e della realtà missionaria del paese. Una presa di coscienza del ruolo e dell’impegno che ognuno di noi ha nel mondo”.
Non è un viaggio facile sopratutto quando come sempre la realtà nuda e cruda te la ritrovi sbattuta in faccia uscendo dagli alberghi perennemente blindati e controllati dalla polizia militare o da enti privati.
Bastano pochi km e ti ritrovi in una realtà parallela, assurda, contraddittoria, maleodorante, instabile, a tratti visibilmente e igienicamente primitiva, ma stranamente ricca di suoni, colori e sorrisi, gioia, che ti accolgono con quello sguardo di centinaia di bambini e con i loro genitori che ti aspettano con gli occhi pieni di speranza.
Parto proprio dalla loro canzone che ti accoglie in maniera semplice ed immediata, una canzone in Swajili, il dialetto più diffuso in Kenya “Jambo Buana”. (Link you tube)
Il testo dice questo: “Ciao visitatore, come va?, Molto bene!, gli stranieri sono benvenuti nel nostro Kenya, nessun problema, il Kenya è un bel paese, non c’è problema, il Kenya è un paese meraviglioso, pieno di pace, dove non ci sono problemi”.
Il mago illusionista di Torino parte dal testo di questa canzone e vi incita ad ascoltarla osservando questa foto, perché questa è la prima contraddizione che noi “visitatori” dobbiamo affrontare con un nodo alla gola.
Questa foto è stata scatta nello Slam di Nairobi, ai confini di quella realtà ricca di business, opportunità per pochi prescelti, grattacieli, alberghi extra lusso, SUV giapponesi che sono venduti con i navigatori in lingua Giapponese, con i vetri oscurati e tanto altro, macchine che scorrono per le strade delle principali città, in un mondo parallelo, un binario che scorre e che miete vittime innocenti lasciate ai margini senza alcuna azione di “recupero” da parte proprio di quella realtà che con un piccolo gesto potrebbe ma forse, penso, preferisce e non so per quale motivo, rimanere indifferente.
Eh si, perché se pensiamo al MOI, monumento eretto nel centro di Nairobi costato milioni di dollari, le contraddizioni saltano agli occhi, qui in Africa, come in Brasile che con queste Olimpiadi ben lontane dallo spirito di Pierre de Coubertin, hanno arricchito pochi con opere edilizie rimaste in sospeso a discapito di milioni di poveri che sono diventati invisibili e tali rimarranno agli occhi del mondo.
Rimarranno solo scheletri di cemento che diventeranno nel prossimo futuro, centri di spaccio o dormitori per i senza tetto in tutte le città del mondo dove l’apparire in mondo visione è molto più importante del tendere la mano. Stiamo riempendo angoli di città nel mondo di mostri senza anima, ne abbiamo un esempio a Torino che dopo le Olimpiadi invernali non è riuscita a far quadrare i bilanci di opere rimaste inutilizzate. Peccato, sarebbero potute diventare centri di smistamento della cultura, dell’arte, dell’incontro e della condivisione.
Ma se le prossime Olimpiadi venissero dedicate alla fame nel mondo e tutti i proventi venissero destinati dove c’è bisogno di ricostruire partendo da quei 4 pilastri: cultura, sanità, scuola e famiglia, ? Molti di voi direbbero “UTOPIA” e a me appare una parola che sa di sconfitta.
Ma non i tutti i posti che visitiamo troviamo indifferenza. Molti dei missionari della consolata e molte suore che operano sul territorio da più di 60 anni, hanno creato strutture incredibili che accolgono i più deboli, i bisognosi di cure o di istruzione, che desiderano avere la possibilità di imparare un mestiere per rendersi autonomi ed in grado di sostenere una famiglia con dignità. Pare sempre più evidente che una delle prime missioni dell’ ”apparenza” umana sia quella di abbattere i pilastri di una società civile: Cultura, Sanità, Scuola, Famiglia, perché così facendo sistematicamente si sottomette una intera popolazione, che nel tempo, rimanendo nell’ignoranza, si accontenta e rimane ai margini.
6o anni fa questi missionari sono arrivate senza nulla, hanno abitato nel nulla e dal nulla hanno creato ospedali, centri di incontro, luoghi per imparare un mestiere e tanto altro.
I primi 5 giorni il mago illusionista di Torino visita il seminario di Langata e la Missione di Sagana per poi spostarmi in un’altra missione quella di Karima dove godiamo di una messa dove trovo un vero momento di comunione inteso come incontro della comunità, con canti che vengono dallo spirito, con i preti che fanno la messa in doppia lingua per ringraziarci della nostra presenza, dove l’offertorio è un momento vero, una testimonianza del significato del donare, dove tutti escono dalla chiesa per poi rientrare con beni di ogni genere e di prima necessità per tutti coloro che hanno bisogno. Il mago illusionista di Torino vi assicura che coloro che donano non sono proprio il simbolo della ricchezza ma si stanno privando a loro volta dei loro beni per aiutare altri della comunità che hanno di meno, il cerchio della vita prende significato vero.
Peccato il senatore di turno accerchiato dalle sue guardie del corpo, che al termine della messa prende il microfono in mano e parla per 15 minuti (nel 2017 ci saranno le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica) per poi a conclusione del monologo prelevare dalla tasca una “mazzetta” di soldi e darla visibilmente al prete davanti a tutti, in un luogo sacro dove forse la vera carità andrebbe fatta silenziosamente e discretamente.
Ecco le contraddizioni che stonano, che non tornano e che mi fanno contorcere lo stomaco, ma passo oltre anche pensando che se lo avesse fatto un politico in un qualsiasi paese europeo, i giornali avverrebbero gridato allo scandalo.
Il mago illusionista di Torino indossa il suo naso rosso e rimane in chiesa con i bambini . Posso solo donare a loro la meraviglia di un sorriso ed il più bel regalo che ricevo in cambio è la loro gioia al termine dello show, (foto) i loro abbracci, la loro voglia di continuare a stupirsi. Padre Adolfo mi incita ad andare a mangiare, ma il mago illusionista di Torino non ha fame, è sazio di quanto riceve e devo ammettere che è un ingordigia sana.
Al di la di queste osservazioni personali tutte le missioni dove veniamo portati da Padre Adolfo de Col sanno veramente di impossibile. Entriamo in luoghi dove suore e preti, lontani dai poteri politici della Chiesa di Roma e del dio soldo rinchiuso nelle banca dello Ior, nelle azioni della Beretta e dagli scandali vari che Papa Francesco piano piano sta smantellando, hanno costruito negli anni opere che aiutano i dimenticati ma che sopratutto tutelano i bambini, unica fonte certa di un futuro sano.
Basti pensare che a Kiirua, suor Maria Pia, (link) che vive li da più di 50 anni, oggi gestisce un orfanotrofio con più di 200 bambini ed un’ospedale dove ogni anno partoriscono circa 2000 donne. In questo ospedale non esistono figure professionali “fisse” ma solo medici che saltuariamente arrivano da paesi stranieri qualche mese all’anno per prestare la loro opera gratuitamente. In che mondo viviamo se non ci preoccupiamo di preservare la parte “sanitaria” di un essere umano che dovrebbe essere un diritto e non un favore a chiedere pregando, sperando in un miracolo caduto dall’alto?
Continuo il mio viaggio in questo paese ricco di energia soffocata e contraddizioni, un paese che non è molto lontano dalla nostra Italia dove ormai la classe intermedia sta sparendo e si sta creando sempre di più un divario tra ricco e povero.
Il mago illusionista di Torino può solo prendere consapevolezza e condividere il suo pensiero; stando qui posso contribuire con padre Adolfo e le Missioni che visitiamo, con il mio sorriso, il mio naso rosso e la mia valigetta con le poche magie che potevo portare dall’Italia, ma che negli occhi dei bambini e forse nella loro mente, possono creare quel momento di stupore e meraviglia che li potrà aiutare a pensare che nulla è impossibile, tutto è realizzabile, basta volerlo, una piccola goccia gettata nell’oceano, ma che con altre milioni di gocce potrebbero creare un futuro migliore.
Ognuno di noi può contribuire nel proprio piccolo, ma ne parleremo al prossimo appuntamento.
Intanto ci fermiamo alla pompa di benzina per il rifornimento e vedo che il driver non paga con le banconote ma con il suo cellulare: qui usano “Empesa”, un applicazione che ti permette di caricare sul tuo cellulare un certo quantitativo di soldi e pagare tramite il suo utilizzo.
Siamo in Kenya, in Italia non abbiamo nulla del genere, siamo già paese del terzo mondo?
Sono le 19:00 di sera, stiamo tornando in Albergo, la strada è lunga, non esiste illuminazione, l’autista è concentrato, centinaia sono le buche da evitare. Passiamo davanti a piccoli paesini con le case in legno ai lati della strada dove si intravedono sulle finestre delle candele accese che illuminano con delicatezza storie di altre vite che hanno terminato il presente, perché domani è un altro giorno e tutto potrebbe accadere.
Il giorno dopo siamo nella zona del Meru e precisamente a Mukululu, nome apparentemente pastrano ma che ormai è diffuso in tutta la zona. Sapete perché? perché ci vive fratello Argese, l’uomo che ha incanalato le gocce d’acqua sulle foglie, (link con il video di approfondimento) un altro missionario che vive qui da 50 anni, e che con la sua terza media ha costruito 30 chiese e altrettante abitazioni per i missionari, ed ha creato, dalla raccolta dell’acqua pluviale da una foresta a 2500 metri, un bacino di acqua che oggi rifornisce, tramite un acquedotto che si estende per circa 380 km, migliaia di persone.
E’ qualche cosa di veramente incredibile. Qui i locali lo chiamano affettuosamente “Mukiri”, uomo del silenzio. Eh si, questo uomo in silenzio ha realizzato qualche cosa di incredibile, è uno di quegli esempi di quando il dono è canalizzato e prende consapevolezza, lui l’ha fatto in silenzio, scalando una montagna di 2500 metri circondata da una foresta che ricorda l’Amazzonia.
Si è domandato: ma l’acqua frutto della condensa del mattino, quale itinerario segue? Ha scoperto che quella in superficie si raduna in una cascatella dalla quale ha fatto partire un tubo che incanala l’acqua alla missione di Turu che alberga 230 bambini poliomelitici, ritardati mentali e spastici i quali rischiavano di soffrire la sete in quanto i serbatoi che contenevano l’acqua piovana stavano per esaurirsi. Per risparmiare quest’acqua i bambini erano obbligati a lavarsi il volto con la rugiada del mattino depositata sul prato. In seconda battuta “Mukiri” si è domandato dove andava a sparire l’acqua che scompariva nel terreno. Ha quindi scavato centinaia di metri di gallerie in sezione. Dalle pareti delle gallerie scendeva dell’acqua impedita dallo stato impermeabile e veniva raccolta in un canaletto sottostante che faceva fluire l’acqua alla grande riserva. Walter Rolfo, con il suo progetto Masters Of Magic, dovrebbe inserirlo a pieno titolo nel suo spettacolo dove dimostra che nulla è impossibile. Per ora è tutto, ora siamo fermi a Masai Mara, altro luogo incredibile dove la natura ti lascia a bocca aperta.
Il prossimo appuntamento è alle porte di Nairobi dove mi aspetta la missione che si occupa del recupero dei ragazzi di strada e delle opere sanitarie realizzate in un altro Slam alle porte della città dove vivono confinati circa 800.000 persone.
Akuna Matata e Asante sana (non c’è problema e grazie per la lettura).
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